Caratteristico borgo di pescatori, isolato dal traffico automobilistico, Atrani è il più piccolo comune dell'Italia Meridionale. Le tipiche case bianche con balconi fioriti scendono lungo le pendici delle colline circostanti (il Monte Civita a est ed il Monte Aureo a ovest), intervallate da limoneti, lungo la valle del torrente Dragone, fino a giungere a ridosso della spiaggia. Non c'è concordia sull'origine del toponimo: secondo alcuni, infatti, deriverebbe dal latino "atrum" (scuro, con riferimento alla sua particolare posizione geografica), secondo altri, invece, da un antico insediamento greco (Atranes).
Atrani conserva, dal punto di vista urbanistico, la struttura tipica di una cittadina medioevale, con vicoli e stradine strette, prevalentemente coperte da volte ed archi, che si incuneano tra un'abitazione e l'altra, per poi intersecarsi in una piazzetta o in uno slargo. La piazzetta Umberto I, a due passi dalla Spiaggia Piccola e circondata dai tipici caseggiati della Costa d'Amalfi, per l'atmosfera briosa e fresca che si respira, non ha nulla da invidiare alla ben più nota piazzetta di Capri.
Sicuramente Atrani, come tutti gli altri paesi della Costiera Amalfitana, fu residenza di nobili patrizi romani, come testimoniano le sontuose ville che gli scavi archeologici stanno riportando alla luce. E' menzionata per la prima volta in una lettera di Papa Gregorio Magno del 596.
Ai tempi della Repubblica Marinara di Amalfi, Atrani era il luogo dove viveva la nobiltà amalfitana, tanto che nell'antica Chiesa di San Salvatore de' Birecto erano incoronati i Dogi, mediante l'apposizione del berretto (da qui appunto "birecto") dogale.
Tra i monumenti di maggior pregio sia storico che architettonico, menzioniamo:
- la Collegiata di Santa Maria Maddalena, realizzata nel XIII secolo sui resti di un antico fortilizio medievale come ringraziamento alla Santa per aver liberato il paese dagli occupanti saraceni. Più volte rimaneggiata nei secoli successivi, si presenta in stile barocco con cupola maiolicata ed elegante campanile a pianta quadrata in tufo scuro. All'interno sono conservate importanti tele, tra cui "L'Incredulità di San Tommaso" del pittore salernitano Andrea Sabatini, e sculture.
- la Chiesa di San Salvatore de' Birecto, realizzata nel X secolo con pianta quadrata e preceduta da un elegante pronao. In epoca barocca fu progettata l'attuale facciata con l'orologio e la scenografica scalinata. Ai tempi dell'antica Repubblica marinara di Amalfi fungeva da Cappella Palatina: qui, infatti, venivano eletti, incoronati e sepolti i Dogi. All'interno è conservato un pregevole pluteo marmoreo bizantino della fine dell'XI secolo, una lastra tombale di una nobildonna atranese del XIV secolo, ed il portale in bronzo, fatto fondere a Costantinopoli nel 1087 dal nobile Pantaleone Viaretta, lo stesso che vent'anni prima procurò ad Amalfi la porta del Duomo.
- la piccola Chiesa dell'Immacolata, attigua alla Chiesa di San Salvatore de' Birecto;
- la Chiesa della Madonna del Carmine, realizzata nei primi anni del Seicento, ha una facciata semplice affiancata da un pregevole campanile in stile moresco. L'interno, a navata unica, presenta un pavimento marmoreo, un organo con balconata in legno, un affresco quattrocentesco raffigurante la Madonna, situato sull'altare maggiore, ed un presepe settecentesco, allestito durante il periodo natalizio, i cui pastori sono una fedele riproduzione degli atranesi che all'epoca commissionarono le statuine.
- la Chiesa di Santa Maria del Bando, edificata nel X secolo sulla cima del Monte Aureo, sotto la Torre dello Ziro. Il nome deriverebbe, secondo la leggenda, dal fatto che la Madonna concesse la grazia da un uomo condannato ingiustamente all'impiccagione, evento raffigurato nell'affresco quattrocentesco sormontante l'altare maggiore. Ma è probabile che derivi anche dalla circostanza che qui, in epoca repubblicana, venivano proclamati editti e sentenze. All'interno della struttura è conservata un'urna cineraria romana.
- la Chiesa di San Michele Arcangelo fuori le mura (XI-XII secolo), realizzata da una cavità del Monte Civita ed adibita a cimitero fino al 1927.
Suggeriamo, inoltre, una visita a:
- la Grotta di Masaniello, sul versante orientale del Monte Aureo, dove si rifugiò il famoso capopopolo (Tommaso Aniello d'Amalfi) alla guida dell'insurrezione napoletana contro gli spagnoli nel 1647. A poca distanza dalla grotta è storicamente accertata la presenza della casa materna del celebre rivoluzionario.
- la Grotta dei Santi, a poca distanza dalla Torre dello Ziro, decorata con affreschi in stile bizantino. E' tutto ciò che rimane dell'antico monastero benedettino dei Santi Quirico e Giulitta, fondato dall'Arcivescovo Leone I nel 986.