Nella porzione nord-orientale del territorio provinciale avellinese, quasi al confine con la Puglia, é situato Ariano Irpino, il comune più esteso della Campania, denominato anche Città del Tricolle, in quanto vede sorgere il suo centro storico su tre colli, Calvario, Castello e San Bartolomeo.
Il toponimo, probabilmente risalente all'epoca romana, deriva dal prediale latino "Arrius", con l'aggiunta del suffisso "-anus" ad indicarne la proprietà. Dopo essere stato attestato come Ariano di Puglia fino al 1868, il paese ha assunto l'attuale denominazione nel 1930.
Le radici di Ariano affondano in profondità nel terreno della storia: a seguito di scavi archeologici nell'area a nord-est del centro cittadino, in località Starza, sono stati rinvenuti alcuni reperti provenienti da un insediamento umano, abitato presumibilmente dal VII millennio a.C. fino al 900 a.C.. A poca distanza da tale insediamento, i Sanniti fondarono "Aequum Tuticum" che, romanizzato intorno al 300 a.C., assunse grande importanza per la sua posizione strategica, tanto da essere citato nel 50 a.C. da Cicerone come sosta obbligata verso l'Apulia.
Conquistata dai Normanni che ne saccheggiarono e devastarono gran parte del territorio, fu ricostruita solo nel 1266 grazie a Carlo I D'Angiò, il quale fece dono alla città di due spine della corona che cinse il capo di Cristo, tutt'ora conservate nel reliquario della Cattedrale romanica del X secolo.
La cittadina è meta turistica soprattutto nel periodo estivo, quando i visitatori hanno la possibilità di passeggiare nei vicoli del caratteristico centro storico, ricco di memorie del passato, oppure nella splendida villa comunale (35000 mq) che offre, per la sua posizione elevata, la vista di ampi panorami sull'Appennino campano e sollievo dalla calura estiva con i suoi preziosi alberi secolari; assistere alla Rievocazione storica del dono delle Sante Spine (con spettacoli cortei e pali in costume) e all'Ariano folk festival, manifestazioni che nel corso degli anni si sono imposte all'attenzione generale anche oltre i confini regionali; trascorrere momenti di sereno relax degustando le specialità tipiche della cucina arianese nelle sagre o nei numerosi agriturismi sorti in cascinali ristrutturati; visitare i numerosi laboratori di quella maiolica che, nata ottocento anni fa nelle grotte di tufo dalle abili mani dei maestri "cretari", ha assunto nel corso dei secoli colori e caratteristiche che la rendono riconoscibile ed originale.
Siti di interesse:
- Il Castello, edificato dai Longobardi in una posizione strategica, fu successivamente fortificato dai Normanni tra l'XI e il XII secolo. E' stato citato per la prima volta in un documento risalente all'epoca di Filippo IV re di Napoli e di Spagna, quando il maniero assolveva alle funzioni di difesa dell'intero Regno in caso di guerra. Oggi il castello è fruibile non solo nella parte ricostruita, che ospita il Museo della Civiltà Normanna, ma anche lungo un percorso molto apprezzato che comprende i camminamenti panoramici sulla sommità e la discesa all'interno della torri;
- La Cattedrale, edificata nel X secolo, più volte ricostruita e sottoposta a vari restauri a seguito di saccheggi e terremoti, conserva la facciata in stile tardo romanico del 1500, abbellita da tre rosoni in corrispondenza dei tre portali in bronzo. L'interno, a croce latina con tre navate, custodisce numerose opere d'arte tra cui il fonte battesimale, il pulpito e la cappella delle Sante Spine;
- I "Carpini", ossia le fontane (della Pila, della Tetta, della Maddalena, di ponte Gonnella ) che Carlo III di Borbone fece erigere o restaurare lungo la Strada Regia delle Puglie per il ristoro dei viaggiatori;
- La Chiesa di San Michele Arcangelo, eretta nell'XI secolo, ritoccata nel XVI secolo e infine ricostruita nel 1742. Da notare il portale d'ingresso in pietra del 1747 e, all'interno, la statua lignea di San Michele ed il seggio vescovile di stile tardo-catalano del 1563;
- La Chiesetta di Santa Maria del Loreto, fuori del centro storico, su una rupe al di sotto del castello. Fu edificata alla fine del Quattrocento, esattamente pochi anni dopo il più famoso santuario mariano in provincia di Ancona, cui è idealmente collegata. Viene menzionata, infatti, nell'inventario del 1517 presentato al vescovo Diomede Carafa. La sua struttura originaria fu gravemente danneggiata dai terremoti del 1930 e del 1962;
- Il Santuario di Vallelugo, a pochi chilometri dal centro, nell'omonima vallata tra Ariano e Montecalvo Irpino. Qui, secondo la tradizione, nel Tardo Medioevo la Madonna apparve ad una pastorella sordomuta e la guarì ordinando di edificare una cappella in suo onore; la richiesta fu subito esaudita con il contributo di generose offerte. Il santuario è meta di pellegrinaggio, luogo di silenzio, pace, preghiera e meditazione. Al suo interno viene custodita una statua della Madonna risalente al XV secolo. Nell'area contigua alla chiesetta è stato realizzato un centro di riabilitazione psico-motoria per disabili;
- La Chiesa di San Pietro, risalente al 1459. Sulla facciata presenta un portale tardo-gotico, mentre al suo interno si trova un altare quattrocentesco;
- La Chiesa di Sant'Anna, che presenta all'interno due altari del Seicento;
- Il Museo civico, che custodisce una donazione di ceramiche del V e IV secolo, maioliche locali risalenti al XVI e XVII secolo ed una raccolta di rare edizioni a stampa del XV e XVI secolo provenienti dai conventi esistenti sul territorio;
- Il Museo archeologico, che conserva reperti rinvenuti nell'insediamento sulle colline della Starza.