Comune dell'Irpinia centrale, a ridosso di una dorsale tra le valli del Fredane e dell'Ufita, Gesualdo è situato a 676m s.l.m.
L'area fu abitata sin dai tempi più antichi, come testimoniano numerosi rinvenimenti risalenti sino al Neolitico, come necropoli e resti di strutture, nonché scuri di selce levigata, oggi conservate presso il Museo Archeologico Provinciale di Avellino. Fu in epoca longobarda, tuttavia, che il borgo prese vita: attorno al castello medievale si andò sviluppando man mano tutto l'abitato.
Secondo la ricostruzione dello storico locale Cipriano de Meo, il toponimo deriverebbe da "Gisivaldum", facendo quindi riferimento al nome di un cavaliere longobardo "Gis" o "Ghiz", primo reggente del feudo, e da "ward" (bosco).
La rocca di Gesualdo è menzionata per la prima volta in un documento del 1137; la dinastia normanna che guidò Gesualdo ebbe origine con Guglielmo, figlio illegittimo di Ruggero Borsa. Ma fu con l'avvento del principe Carlo Gesualdo (1566-1613) che il borgo conquistò il titolo di città della cultura, segnando uno dei periodi più fulgidi della storia gesualdina: il castello, da austero maniero, si trasformò in residenza gentilizia mentre l'antico borgo, da fortezza chiusa ed inattaccabile, si trasformò aprendosi alla modernità. Fece costruire chiese, conventi, fontane ed acquedotti, compose madrigali e musica sacra.
Siti di interesse:
- il centro storico di Gesualdo, sviluppatosi attorno al castello in cerchi concentrici: un dedalo di stradine lastricate su cui si affacciano tipiche abitazioni in pietra e palazzi signorili seicenteschi;
- il castello, situato al culmine di una piccola collina, fu costruito dai Longobardi nel VII secolo. Sul finire del Cinquecento, per volontà del principe Carlo Gesuado, fu trasformato in dimora signorile, ampliato e rimaneggiato;
- la Chiesa Madre di San Nicola, edificata nel XII secolo a ridosso delle mura cittadine, è il più antico edificio di culto della città. Abbattuto e ricostruito nel 1760, conserva all'interno pregevoli tele cinquecentesche e seicentesche, altari in marmo policromi e numerose reliquie, tra cui il braccio di Sant'Andrea, donato da Eleonora Gesualdo.
- il Cappellone o Chiesa del SS. Sacramento (XVII secolo), in Piazza Umberto I, è opera di Domenico e Nicolò Ludovisi. E' strutturata in una parte bassa di forma quadrata, una centrale di forma circolare ed una finale di forma di cupola.
- la Chiesa del SS. Rosario, oggi sede dell'Arciconfraternita del Rosario, fu costruita da Carlo Gesualdo e terminata nella prima metà del XVII secolo da Nicolò Ludovisi. E' a tre navate in stile barocco, con marmi policromi e numerose tele seicentesche.
- la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, con annesso convento dei Padri Cappuccini, fu fatto erigere da Carlo Gesualdo nel 1592. All'interno è conservato il celebre dipinto di Giovanni Balducci "Il perdono di Carlo Gesualdo", dove è rappresentato il principe in atto di preghiera che chiede perdono a Cristo per il duplice omicidio commesso (fece uccidere la moglie Maria d'Avalos ed il suo amante Fabrizio Carafa).
- la Chiesa degli Afflitti, risalente al XVII secolo, con tele di scuola napoletana;
- la Chiesa dell'Addolorata, con cupola affrescata dall'artista contemporanea Katy Toma;
- la Chiesa di Santa Maria della Pietà (XVII secolo), con fonte battesimale scolpito in alabastro giallo;
- la fontana a vasche circolari di Piazza Umberto I (1688);
- la fontana dei Putti (1605);
- la fontana del rione Canale, con caratteristico portico;
- la fontana della Cisterna.
- l'area naturalistica del Fiume Fredane.