Il toponimo ha un significato incerto: secondo alcuni studiosi sarebbe la combinazione delle due parole "monte" ed "incrocio", quest'ultima aggiunta più di recente e facente riferimento all'incrociarsi di arterie viarie e di corsi d'acqua. Comune in provincia di Verona, posto nella Val d'Alpone, completamente circondato dal verde dei vigneti e dei ciliegi, la zona è nota per la produzione di vini apprezzati come il Soave, il Pinot, il Trebbiano, lo Chardonnay, il Valpolicella ed altri; è diffusa l'attività artigianale.
Le tracce di un villaggio risalente al Neolitico attestano che la zona di Montecchìa fu scelta dall'uomo sin dalle epoche più risalenti, probabilmente perchè la fertilità del terreno e la ricchezza di acqua hanno rappresentato un fattore determinante per l'elezione di un luogo a dimora. Il centro abitato sorse in epoca romana, allorchè la potenza dell'Impero fu tale da consentire la colonizzazione di vaste regioni. In epoca medievale fu feudo dei Maltraversi; in seguito passò ai Della Scala e nel XII secolo fu coinvolto direttamente negli scontri tra Guelfi e Ghibellini. Divenuto dominio dei Visconti, fu inglobato nei territori di Venezia e nel 1745 conquistò l'autonomia amministrativa.
Da vedere:
La chiesa di San Salvatore, risalente al X secolo, è stato più volte oggetto di rimaneggiamenti che ne hanno alterato l'originaria fisionomia. Si presenta in stile romanico, ad unica navata, con soffitto coperto da travi di legno ed è affiancato da un originale campanile a base rettangolare con aperture ogivali. L'edificio, preceduto da un porticato, conserva al suo interno affreschi di Battista da Vicenza e di Martino da Verona.
La chiesa di Santa Maria, costruita nella seconda metà del XIX secolo in luogo della precedente pieve. Conserva un altare seicentesco, una antichissima statua raffigurante la Madonna con Bambino e preziosi stucchi.
La chiesa di San Pietro.
I resti del castello distrutto nel 1222 da Vinciguerra Bonifacio.
I resti della fortezza scaligera sul Monte Bastia.